Inserzioni Facebook bloccate, perché?

Inserzioni Facebook bloccate, perché?

Ti è mai capitato di creare un’inserzione su Facebook e vederla poi bloccata e non approvata senza capirne il motivo? Le linee guida di Facebook riguardo alle inserzioni sono molto chiare e a volte possono risultare restrittive. Conoscere i motivi per cui un’inserzione può non essere approvata è importante per risparmiare tempo ed evitare brutte sorprese come il blocco della pubblicità o, peggio, la disattivazione nell’account pubblicitario.

Vediamo insieme le principali motivazioni per cui le inserzioni possono essere bloccate. Rimando comunque alla policy completa e le linee guida dalla community di Instagram e di Facebook per qualsiasi dubbio e per approfondimento.

Contenuti vietati

Facebook ha un elenco di contenuti che è vietato sponsorizzare sulla sua piattaforma. Le inserzioni che pubblicizzano quindi prodotti, servizi o contenuti di questo tipo vengono bloccate e c’è il rischio di blocco anche dell’account pubblicitario. Prodotti o servizi illegali sono chiaramente tra i primi motivi di blocco e all’interno di questa categoria ci mettiamo anche le droghe, prodotti a base di tabacco e armi. Ci troviamo anche i contenuti per adulti (compresi anche prodotti e servizi ad essi correlati), integratori di dubbia sicurezza, pratiche fraudolente e ingannevoli, finanziamenti, aste. E attenzione perché anche le pubblicità dove viene mostrato un “prima e dopo” (come nel caso di creme, prodotti dimagranti ecc), quelle dove vediamo delle caratteristiche fisiche esplicite o implicite come la razza, la religione, disabilità, stato di salute, condizioni economiche e altro vedono il blocco da parte di Facebook. Oltre a tutto questo però dobbiamo fare attenzione anche a come scriviamo i copy delle nostre inserzioni e ai link di destinazione che vengono inseriti. Viene infatti vietata la pubblicità con pagine di destinazione non funzionanti, e i testi non devono contenere volgarità o grammatica e punteggiatura usate in modo scorretto.

Contenuti non ammessi

Oltre ai contenuti che abbiamo visto sopra (e che non sono esaustivi e per questo ti ricordo di consultare la policy completa) ci sono dei contenuti che non sono ammessi, ma per i quali è possibile avviare una procedura per richiederne conformità. Alcuni dei contenuti non ammessi: alcol, servizi di appuntamenti online, gioco d’azzardo, farmacie online, prodotti di dimagrimento, politica.

Come dicevamo, dei contenuti non ammessi ci sono delle categorie per le quali serve un’autorizzazione per poter fare pubblicità. Vediamone qualcuna:

  • Farmacie online: inserzioni consentite previa autorizzazione scritta da parte di Facebook.
  • Appuntamenti: inserzioni consentite previa autorizzazione scritta da parte di Facebook, oltre a dover rispettare i requisiti per la targettizzazione e le linee guida di Facebook sulla qualità degli appuntamenti.
  • Gioco d’azzardo online e gaming: inserzioni consentite previa autorizzazione scritta da parte di Facebook. Inoltre non possono essere targettizzate verso i minorenni.
  • Inserzioni su temi social, elezioni o politica: bisogna avviare la procedura di autenticazione e impostare il disclaimer per questo tipo di inserzione.
  • Criptovaluta: inserzioni consentite previa autorizzazione scritta da parte di Facebook.
  • Procedure cosmetiche e perdita di peso: devono essere destinate a persone sopra i 18 anni.

Per questi contenuti non è vietata la sponsorizzazione, ma per farla è necessaria un’autorizzazione scritta da parte di Facebook, un’autenticazione dell’autore, un disclaimer in cui sia chiaro chi sponsorizza il contenuto oppure bisogna fare attenzione a targettizzare in modo corretto.

Altre motivazioni del blocco delle inserzioni

Queste sono alcune delle motivazioni per cui Facebook può bloccare le inserzioni, ma ce ne sono altre che non sono legate alla tipologia di contenuto. Pubblicità che non hanno per tema uno di quelli che sono stati citati sopra possono essere ugualmente bloccate perché non rispettano le regole legate alla targettizzazione, alla posizione e alla tipologia di inserzione che scegliamo di fare.

La targettizzazione

Le scelte che facciamo in materia di targettizzazione non devono essere usate per discriminare, infastidire, provocare o denigrare le persone. Dobbiamo fare attenzione anche al pubblico personalizzato che deve rispettare le condizioni di Facebook.

La posizione

Quando apriamo il pannello per la creazione di ad, ci troviamo davanti dei campi da compilare i quali devono essere riempiti correttamente e con le giuste informazioni. Devono essere informazioni pertinenti (testo, immagini, video…) al prodotto o servizio offerto e al pubblico che visualizzerà la nostra inserzione. Dev’essere chiaro e inequivocabile al pubblico qual è l’azienda, il prodotto, il servizio o il brand soggetto dell’inserzione. Inoltre, le pagine di destinazione devono essere corrette e inerenti il soggetto. Non possiamo quindi aggirare il sistema di Facebook facendo un’ad che parla di cibo e poi linkare una pagina web ad un e-commerce che vende armi.

Inserzione per acquisizione contatti

Tramite le Facebook Ads possiamo fare acquisizione contatti per iscrivere le persone alla nostra newsletter, ma anche per raccogliere mail o numeri di telefono di persone interessate a ricevere maggiori informazioni sui nostri prodotti o servizi. Chiaramente anche in questo caso, Facebook ha delle regole molto severe per quanto riguarda la raccolta di informazioni personali dei suoi utenti. A che cosa dobbiamo prestare attenzione quindi? Non dobbiamo chiedere il numero di conto, informazioni relative ai precedenti penali, informazioni finanziarie, codice fiscale, numero di passaporto o della carta d’identità, informazioni sullo stato di salute, orientamento politico, orientamento sessuale, nomi utente o password e altre.

Uso delle risorse del brand Facebook

Ci sono caduta anche io nel pieno della mia innocenza mentre creavo un’inserzione di un contenuto del mio profilo Instagram (ancora non mi segui? Fallo subito!). Facebook, e quindi anche Instagram, non consente la creazione di pubblicità che abbiano nel titolo, nell’immagine o nel testo un uso non approvato del brand. Non possiamo quindi rimandare a contenuti di Facebook o Instagram (anche pagine e gruppi) o farne riferimento nel testo dell’inserzione. E non possiamo nemmeno usare il brand Facebook nella creatività come parte rilevante o modificare le risorse del brand (es la modifica dei colori o del design per attirare l’attenzione). Oltre a questo non possiamo nemmeno inserire un bottone finto di play del video o frecce che invitino all’azione gli utenti.

Dobbiamo tener conto di varie cose quando decidiamo di creare un’inserzione o sponsorizzare un post della nostra pagina Facebook. Il mio consiglio è di tenere sempre d’occhio e sottomano le normative pubblicitarie (che possono cambiare dall’oggi al domani), ma anche le linee guida di Facebook e Instagram.

Questo post non vuole essere esaustivo di tutte le norme e i casi che possono causare il blocco delle inserzioni e certe volte anche dell’account pubblicitario, ma vuole solo dare un’idea di ciò che dobbiamo tenere in considerazione quando apriamo il Business Manager per creare nel nostre Ad.

Dubbi, domande, perplessità? Scrivimi!

Vincere le elezioni grazie ai social

Vincere le elezioni grazie ai social

Premessa: questo articolo si concentrerà sulle elezioni regionali e la campagna elettorale che è stata fatta sui social prendendo come termometro le scorse elezioni regionali della Valle d’Aosta. Escludo le elezioni comunali perché, soprattutto nei piccoli comuni, sono altre le motivazioni che spingono i cittadini a votare per quella o quell’altra lista: amicizia e parentela sono i motivi più forti. So anche benissimo che le elezioni non si vincono solo grazie ai social, c’è tutto l’offline che ha un suo valore fondamentale. E, cosa molto importante, ho lavorato (insieme a Erick Bazzani) alle scorse elezioni per una delle liste in competizione.

Il fattore tempo e la campagna elettorale

Partiamo dal presupposto che in 40 giorni non si fanno miracoli e che, almeno in Valle d’Aosta, nascono liste proprio a ridosso della competizione elettorale. Questo fa sì che non ci sia uno storico del lavoro fatto da quel movimento, spesso non sono veri e propri movimenti politici ma insieme di più forze e nascono quindi account social solo per questo evento (e molte volte vengono abbandonati poco dopo).

Viviamo ormai in una campagna elettorale permanente dove tutti i movimenti, candidati, politica di destra, sinistra, centro, sopra o sotto lanciano slogan o sollevano questioni chiedendo al proprio pubblico di appoggiarli. Si creano distorsioni, visioni delle cose diverse dalla realtà, fake news, tu contro di me che hanno come unico scopo quello di attirare più fan possibile. Uso proprio la parola fan perché spesso è quello in cui si trasformano i seguaci delle forze politiche: difendono a spada tratta il proprio idolo, portano avanti la sua narrazione e ne diventano i paladini.

Riuscire quindi a creare una narrazione efficace, credibile e che entri nella testa delle persone non è così semplice ed è qualcosa che necessita di tempo per realizzarsi.

I candidati sono il volto della proposta politica

Detta malamente, i candidati sono il “prodotto” che i movimenti tentano di vendere. In questa tornata elettorale in Valle d’Aosta abbiamo votato con la preferenza unica. Questo cos’ha comportato? Ogni candidato ha corso da solo la maratona fino al traguardo e i movimenti hanno fatto solo da supporto. In questo contesto, quindi, la scelta del candidato diventa ancora più importante: se un prodotto non piace al pubblico, lo posso pubblicizzare finché voglio ma comunque non troverà mercato. Idem per i candidati: se non piacciono la gente non li voterà, indipendentemente dal programma della lista.

Ci siamo trovati quindi con oltre 300 persone desiderose di sedere in Consiglio regionale, ognuna delle quali ha portato avanti la propria campagna sia online che offline. In questo contesto in cui si cerca di urlare più forte degli altri per farsi sentire, sussurrare all’orecchio dell’utente è la strategia migliore per farsi ascoltare. Che cosa vuol dire? Messaggio giusto, alla persona giusta, al momento giusto e nel posto giusto, che tu sia candidato, lista o movimento politico.

Inoltre, non si possono stravolgere i candidati a un mese dalle elezioni. Un candidato è una persona con i propri interessi, i propri amici, un proprio uso dei social media, un proprio carattere. Non possiamo pensare di prendere una persona e sconvolgerla, come non possiamo aprire per ognuno una pagina Facebook che poi rimarrà deserta. Anche fare video elettorali per tutti e 35 i candidati di una lista non ha nessunissimo senso, Erick lo spiega molto bene in questo articolo. Lasciare che ognuno si esprima nel mezzo che li fa sentire a proprio agio e che è più efficace è certamente la scelta vincente.

La strategia per la campagna elettorale

La strategia per vincere le elezioni sui social deve essere precisa e si deve svolgere su più livelli integrando online e offline e, perché no, coinvolgendo gli amici (è il caso, per esempio, del video “Dai, vota Pado!”). Sì ai comizi in presenza, ma ricordiamoci che in questi eventi troviamo solitamente coloro che già sono impegnati e vicini alla nostra causa. Tramite i social possiamo portare sulle diverse piattaforme gli stessi messaggi in modo diverso e far sì che più persone possano vederli, nel pieno dell’anonimato che lo schermo ci concede.

La strategia deve però essere abbastanza flessibile da potersi aggiustare in corsa, in base a quello che ci succede intorno e a quello che dicono/fanno gli avversari. Potremmo avere necessità di rispondere a un attacco diretto, di inviare un messaggio velato a un competitor, oppure di sfruttare degli avvenimenti per mettere in luce una parte del nostro programma elettorale.

Canali, target e contenuti giusti

No, no e poi no ad aprire un milione di canali social a pochissimi giorni dal voto; meglio solo uno ma ben gestito. È la scelta che abbiamo fatto io e Erick con la lista per la quale abbiamo lavorato. Ci siamo concentrati solo su Facebook perché lì c’erano i nostri potenziali elettori e perché aprire altri canali di comunicazione come Instagram poteva, visto il pochissimo tempo a nostra disposizione, essere controproducente. Non si possono copiare i incollare i contenuti sulle diverse piattaforme perché ogni canale ha un suo pubblico e una sua comunicazione.

Ciò che mostriamo deve necessariamente essere il giusto equilibrio tra parti di programma, eventi, volti dei candidati e tutto ciò che può essere funzionale alla narrazione. Non possiamo essere schizofrenici; cerchiamo di programmare quello che non ha limiti di tempo e di lasciare spazio per comunicazioni dell’ultimo minuto.

E le dirette Facebook? Sì, ma se hanno senso e con parsimonia. In tempo di Covid le dirette hanno doppia funzione: permettono a chi non può o non vuole assistere di persona di ascoltare gli interventi, e permettono lo svolgersi dell’evento in sicurezza. Ma, a parte il periodo storico in cui stiamo vivendo, la diretta può essere da un lato utile, dall’altra controproducente. “Il bello della diretta” non sempre è così bello. Quello che viene detto può raggiungere moltissime persone e possono scappare considerazioni che sarebbe meglio rimanessero private. Può anche generarsi un dibattito dove, invece di essere costruttivo, si rivela distruttivo mettendo in difficoltà l’interlocutore. Insomma, sì ma scegliendo bene quando farle e chi far parlare.

Il budget: più si spende meglio si spende?

Facebook non esiste senza sponsorizzate. È inutile discuterne: la reach organica delle pagine è sempre più bassa e senza mettere un po’ di budget rischiamo di vedere i nostri post viaggiare nello spazio web senza il minimo riscontro. Quanto spendere su Facebook? Dipende, ma non è necessario avere dei grandi budget, anche in campagna elettorale. Il contenuto è il principe dei social e più siamo capaci di coinvolgere gli utenti, più i nostri post viaggeranno da soli.

Durante la campagna elettorale alcune delle liste in gara hanno speso anche fino a 6000€ solo in sponsorizzate; io e Erick abbiamo speso per la nostra lista poco meno di 200€. Stupidi? Forse un po’ sì, però i nostri post hanno avuto una grande copertura e soprattutto abbiamo raggiunto il risultato: 18 consiglieri eletti tra regione e comune, oltre alla netta vittoria della lista rispetto alle altre forze in coalizione per il comune di Aosta. Ovviamente non è solamente merito nostro.

Non basta prendere il budget e schiaffarlo sulla faccia di ogni candidato. A me, utente, cosa dai in più facendomi vedere la faccia di tutti e 35 i candidati della tua lista alle regionali della Valle d’Aosta? Nulla. Quello che destiniamo per lo sponsorizzate Facebook va usato con parsimonia cercando di allargare il raggio d’azione della pagina verso quelle persone che potrebbero potenzialmente essere interessate. Inutile sparare nel mucchio, lo dico da sempre in qualsiasi ambito. Anche qui torna lo studio del target e la comprensione di chi abbiamo davanti.

Con i social non si vincono le elezioni

La conclusione è una soltanto: i social non fanno vincere le elezioni, ma sono fondamentali per non perderle. Con i social non si spostano i voti, ma possiamo convincere gli indecisi a votare il nostro programma e fidelizzare chi già sa a chi destinare il proprio voto.. Chi vota Salvini, non entrerà nell’urna per votare Renzi perché hanno letto un post su Facebook in campagna elettorale. Potranno, invece, scegliere una o l’altra lista in base a quella che più è arrivata vicina al loro pensiero e ha suscito interesse.

Per i risultati ci vanno tempo e pazienza, anche se la campagna elettorale fa mettere il piede sull’acceleratore. Meglio costruire una narrazione solida e coerente nel corso degli anni e poi raccogliere il frutto del lavoro (on e offline) durante le elezioni.

Per saperne di più su chi ho seguito, insieme a Erick Bazzani, in questa tornata elettorale vai a sbirciare nel mio portfolio.

Come vendere su Facebook e Instagram? Arriva Facebook Shop

Come vendere su Facebook e Instagram? Arriva Facebook Shop

È notizia di ieri dell’arrivo imminente della nuova funzionalità in casa Zuckerberg, come sempre in rollout prima negli Stati Uniti e poi negli altri paesi. Lo stesso fondatore di Facebook ha annunciato l’arrivo della possibilità di acquistare direttamente sulle sue piattaforme. Ma vediamo insieme cos’è Facebook Shop, che cosa non è e quali sono le potenzialità di questo mezzo.

Che cos’è Facebook Shop

Non è una novità che Facebook stesse cercando da tempo un modo per dare la possibilità alle aziende di vendere senza uscire dal suo ecosistema. È iniziata con la vetrina che ad oggi rende possibile mostrare ai potenziali clienti i propri prodotti ma fa concludere l’acquisto su un sito esterno, proseguendo con la possibilità di taggare i propri prodotti sui post di Instagram, e oggi arriva Facebook Shop che permettere la vendita e quindi l’acquisto su Facebook, ma anche su WhatsApp, Messenger e Instagram.

Facebook Shop arriva in piena crisi sanitaria ed economica data dal Covid-19 e risponde all’esigenza soprattutto delle piccole imprese di poter continuare a vendere passando dalla sola attività offline anche all’online. Tantissimi sono infatti coloro che si sono lanciati nel mondo di Internet e degli e-commerce in questo momento, a volte senza capirne bene i meccanismi ma tutti con la necessità di limitare le perdite.

In poche parole la nuova funzionalità permette di aprire un negozio sul social blu. L’impostazione è semplice e fatta una volta permetterà di sfruttare lo shop anche su Instagram, WhatsApp e Messenger. Gli utenti avranno quindi la possibilità di scoprire i prodotti di un brand direttamente dai profili ufficiali, oppure tramite le stories e naturalmente le Ads.

Lo scopo è quello di far sì che le persone rimangano più tempo possibile all’interno di tutto l’ecosistema Facebook e che non debbano uscire e andare su altri siti per concludere gli acquisti.

Vendere su Facebook

Tantissime altre novità legate allo shop di Facebook saranno presto disponibili: un programma fedeltà per fidelizzare i clienti, la Live Shopping che permetterà di taggare i prodotti prima di andare in live e quindi venderli durante la diretta e l’Intelligenza Artificiale permetterà di simulare la presenza dei prodotti prima di acquistarli (così come fa già Ikea Place).

Meglio Facebook o l’e-commerce?

Lo scopo del colosso blu non è quello di andare in concorrenza con le piattaforme per l’e-commerce come Woocommerce o Shopify per citare i più famosi, ma al contrario l’idea è quella di integrarli a Facebook.

Aprire il proprio shop è completamente gratuito e non viene richiesto un abbonamento al servizio e non è prevista una commissione sulle transazioni effettuate. Chiaramente Mark e il suo team non fanno niente per niente: la speranza è quella di incentivare le aziende a creare campagne pubblicitarie per mostrare i prodotti ai potenziali clienti.

Non è tutto oro ciò che luccica. Come ben sa chi crea inserzioni su Facebook, la piattaforma non permette a tutti e a tutti i messaggi di arrivare al target. Anche lo shop quindi vede delle limitazioni dei prodotti che si potranno vendere come i servizi, le medicine, gli alcolici, le armi, i veleni e altri.

Per l’elenco completo, i dettagli e ulteriori informazioni ti lascio il link diretto di Facebook.

Facebook Shop: una rivoluzione?

Sicuramente la possibilità di vendere su Facebook aumenta le probabilità che l’utente diventi cliente dell’azienda. Lo shop è però standard, non personalizzabile se non in pochi elementi e bisognerà capire se i prodotti saranno indicizzati da Google e se ci sarà la possibilità di promuovere i prodotti anche fuori. E poi torniamo sempre alla solita questione: conviene davvero investire tutto sulla piattaforma di qualcun altro invece che coltivare qualcosa che è nostro indipendentemente dalle decisioni di marketing di qualcuno? E se domani Mark vedesse che aprire lo shop non è stato remunerativo come sperato e togliesse la funzionalità? Qui un mio articolo sull’importanza di avere un sito Internet proprietario.

Le nostre azioni di marketing e comunicazione non possono ruotare solo intorno a un canale (n.b. Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp sono tutti di proprietà di Facebook). Ci sono anche altri strumenti che possono aiutare nell’obiettivo finale di tutte le aziende ovvero vendere e aumentare il fatturato. I social dovrebbero portare traffico al nostro sito e non il contrario.

Tu cosa ne pensi? Credi che Facebook Shop possa essere uno strumento che può aiutare te e la tua attività nell’approccio al commercio online? Fammelo sapere in un commento e se l’articolo ti è piaciuto non dimenticare di condividerlo!

Come usare Facebook se sei un’azienda

Come usare Facebook se sei un’azienda

Facebook per le aziende non è gratis, lo abbiamo già detto in un vecchio articolo del blog. Abbiamo anche visto quanto costa la pubblicità su Facebook, come vendere su Facebook e perché dovresti scegliere una pagina e non un profilo. Ma perché dovresti usare Facebook per promuovere la tua attività?

Le premesse

Partiamo dal presupposto che prima ancora di aprire qual si voglia canale social dovremmo avere ben presente chi sono i nostri clienti potenziali, dove sono, cosa dicono e su quali spazi cercano le informazioni che ci riguardano. Capiamo bene che non ha senso lanciarsi su Tik Tok se non è lì che si trova il nostro target. Oltre a questo dobbiamo stilare un piano marketing che comprenda anche le azioni di social media marketing, in modo da avere bene chiari gli obiettivi, che cosa vogliamo ottenere e come vogliamo misurare i risultati. Non sono attività che fanno solo le grandi aziende; sono passi che dovremmo fare tutti, liberi professionisti e no profit inclusi. Chiunque voglia sfruttare il web e i social per raggiungere degli obiettivi, dovrebbe avere ben chiaro come vuole arrivarci per evitare di sperperare tempo e risorse inutilmente.

A cosa serve Facebook?

Facebook, come anche gli altri social, serve per creare relazioni tra gli utenti, ed è qui che si inseriscono le aziende cercando di creare a loro volta uno scambio con i loro potenziali clienti. La mera promozione non serve e non funziona: più siamo bravi ad instaurare una comunicazione con il nostro pubblico più sarà possibile che si affezioni a noi e che ci veda come unico brand in grado di dargli quello che sta cercando (o che non sapeva di volere). Riassumendo, questi sono gli obiettivi principali perseguibili sul social blu:

  • instaurare relazioni con i potenziali clienti
  • fidelizzare chi è già cliente
  • promuovere prodotti o servizi
  • raccogliere recensioni
  • aumentare la reputazione
  • aumentare il bacino di potenziali clienti
  • fare assistenza post vendita
  • stimolare il passaparola

Scegliere i giusti obiettivi è importante per impostare la corretta strategia. Se vogliamo raccogliere contatti per la newsletter metteremo in campo azioni diverse rispetto a se invece vogliamo fare assistenza post vendita. Chiaro che possiamo avere la necessità di sviluppare più di un punto, ma cerchiamo anche di fare le cose una per volta, con calma, senza mettere troppa carne sul fuoco.

Come fare pubblicità su Facebook

Ho scritto un intero blog post (che puoi leggere qui) riguardo a quanto costa la pubblicità su Facebook. Ora vediamo insieme come usare Facebook in modo efficace per la nostra attività.

Fare promozione su Facebook significa in poche parole aprire il portafogli e pagare per avere degli spazi pubblicitari. Non possiamo pensare di pubblicare in organica per sempre e portare a casa risultati concreti e che siano utili alla crescita della nostra attività. Per fare soldi bisogna spendere soldi diceva qualcuno di cui non ricordo il nome. Dobbiamo quindi stanziare un budget annuale e mensile che tenga conto dei lanci, dei periodi in cui vendiamo meno e del tipo di azioni che vogliamo svolgere.

Facebook ha forse lo strumento più sofisticato per la somministrazione di messaggi pubblicitari per ora presente sul web. Grazie alla quantità infinita di dati che quotidianamente gli lasciamo, alle nostre preferenze, le pagine che seguiamo, gli articoli che leggiamo, quello che scriviamo, i video che guardiamo, gli inserzionisti sono in grado di far vedere il messaggio giusto, alla persona giusta, al momento giusto. Capiamo quindi che la potenza di questo strumento non è minimamente paragonabile a una pagina comprata su un giornale. Il giornale spara nel mucchio; Facebook inserisce nella buca delle lettere delle persone corrispondenza creata appositamente per loro.

Ed è qui che ci andiamo a inserire noi con la nostra attività ed è per questo che dobbiamo avere ben chiaro a chi vogliamo rivolgerci e chi è il nostro target. Non mi stancherò mai di dirlo

Il messaggio giusto, alla persona giusta.

Basta quindi a inserzioni aperte a tutti, dai 18 ai 65 anni e che hanno in comune solo la provenienza geografica. Un ragazzo di 18 anni potrà mai avere gli stessi interessi ed essere attratto dallo stesso messaggio di un utente di 60? No.

Perché usare Facebook

Ancora dei dubbi sul perché Facebook è la piattaforma giusta sulla quale promuovere la tua attività?

Alcuni dati

In Italia siamo 59,25 milioni di cui il 92% è un utente di Internet e il 59% sono gli utenti attivi sui social e sono in crescita di anno in anno. In media le persone trascorrono 6 ore al giorno su Internet, di cui quasi 2 ore sui social media.

I social più attivi sono YouTube seguito da WhatsApp, Facebook e Instagram, tutti e tre proprietà di Facebook.

Passando di Facebook in particolare, parliamo di un pubblico mensilmente attivo che si aggira sui 31 milioni di persone, il 52% del totale delle persone che usano Internet. Inoltre, circa il 6% delle persone che hanno messo like a una pagina vedono i post che vengono pubblicati in organica (quindi senza sponsorizzazione) e solo il 20% delle pagine spendono soldi per aumentare la propria visibilità.

Dati derivanti dalla ricerca di We Are Social aggiornata a gennaio 2019.

Cosa aspetti?

Per dirla semplice: su Facebook c’è una quantità enorme di persone che ogni giorno entrano, leggono e interagiscono. Lì ci dobbiamo inserire noi come aziende, lì dobbiamo andare a creare contenuti interessanti e sempre lì dobbiamo andare ad investire. L’ho già detto, mettere qualche euro ogni tanto non serve a nulla ed è controproducente, ma non sottovalutiamo la potenza che un buon piano marketing integrato con un ottimo piano di social media marketing può avere. Come usare Facebook dipende da noi, da quello che vogliamo raggiungere e dall’impegno (anche economico) che vogliamo dedicargli.

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Quanto costa la pubblicità su Facebook

Quanto costa la pubblicità su Facebook

Facebook per le aziende non è gratis, e i social possono essere un valido strumento di business se usati bene. Per renderli davvero efficaci per la nostra azienda non possiamo non considerare di fare pubblicità su Facebook (ricordiamoci che la percentuale di fan che vedono i nostri post in pagina in organica, senza cioè sponsorizzare, è minima ed è sempre più in diminuzione). Dobbiamo però capire quanto e come investire affinché quel denaro speso si riveli utile per il raggiungimento dei nostri obiettivi aziendali come trovare nuovi clienti, fatturare e quindi guadagnare più di quanto speso in promozione.

Come funziona la pubblicità su Facebook?

Quando parliamo di pubblicità su Facebook intendiamo anche Instagram perché i due social sono entrambi di proprietà di Mark Zuckerberg ed entrambi utilizzano la stessa piattaforma per le inserzioni. Facebook e Instagram sono la stessa cosa quindi.

Facebook funziona ad asta e il meccanismo è quello della domanda e dell’offerta: maggiore è il numero di investitori che concorrono sullo stesso target, più alto è il costo pubblicitario. Diciamo poi che quattro sono i fattori che influenzano il costo pubblicitario:

• l’offerta, ovvero quanti utenti fanno parte del nostro target. Raggiungere 1000 persone o raggiungerne 100000 ha un costo diverso.

• la domanda. Come detto prima, più alto è il numero di inserzionisti che vogliono mostrare la propria pubblicità a un dato target, maggiore sarà il costo. Questo succede anche con le Facebook Ads che ha spazi pubblicitari limitati.

• la quantità di denaro investito influenza il raggiungimento degli obiettivi. Se decidiamo di investire 10€ avremo tendenzialmente dei risultati inferiori rispetto alla stessa identica proposta pubblicitaria e target di riferimento ma con un investimento di 500€. Inoltre la stessa inserzione Facebook mostrata in due periodi dell’anno diversi possono avere costi diversi in quanto interviene anche il fattore della stagionalità.

• la qualità. Non basta trovare il proprio target e investire, bisogna anche fare in modo che la parte creativa dell’annuncio sia coinvolgente, attiri l’attenzione e che generi quindi un’azione da parte delle persone che la vedono. La home di Facebook è piena di fotografie, video, commenti degli amici; noi dobbiamo inserirci in quel flusso di informazioni e catturare chi scorre distrattamente.

Quanto costa la pubblicità su Facebook?

Come tante delle questioni relative al web, dipende. Dipende perché il costo, le persone raggiunte e i risultati ottenuti dipendono da tanti fattori; addirittura due inserzioni identiche con stesso budget, stesso target e stessa creatività possono dare risultati diversi a seconda del periodo dell’anno.

Secondo AdEspresso la media del costo per click (dati relativi al 2018) è di 0,9$. In quell’articolo ci sono dati interessanti anche riguardo i costi medi per l’installazione di una app e il costo medio per ogni nuovo like.

Per avere un’idea di quelli che potrebbero essere i costi medi, qui i miei relativi alle campagne svolte sul mio business (di piccole dimensioni e che al momento non vende prodotti online) con obiettivo di aumentare il traffico al sito e aumentare gli iscritti alla newsletter:

  • Generazione contatti: 0,50€ per contatto
  • Traffico al sito: 0,09€ per click sul link

Come calcolare quanto investire su Facebook

Non c’è una formula magica. Prima di tutto dobbiamo avere ben in mente qual è il nostro business, dove vogliamo che vada e come vogliamo che cresca. Dobbiamo sapere quali sono i guadagni annui e da lì scegliere la percentuale da investire in azioni pubblicitarie (senza dimenticare il margine di profitto). Qui dentro dobbiamo capire che cosa fare: Google Ads, Facebook Ads, nuovo sito web…

Con il calendario alla mano poi decidiamo quando far partire le campagne in base al lancio di nuovi prodotti, saldi, avvio nuovi progetti, pubblicità legata alla stagionalità. Per esempio se stiamo parlando di una struttura ricettiva, possiamo avere la necessità di lanciare un pacchetto speciale per le coppie intorno a San Valentino, una promozione per le vacanze di Pasqua, uno sconto per la prenotazione anticipata delle vacanze estive e un pacchetto soggiorno sotto Natale. Sono tutte cose che dobbiamo sapere per tempo per poter pianificare le azioni da svolgere per rendere efficace il nostro investimento.

Quindi alla domanda quanto costa fare pubblicità su Facebook la risposta è che dipende da te, dal tuo business, dai tuoi introiti e da quanto vuoi investire sulla crescita della tua attività. Visto come si sta evolvendo il social blu non puoi più pensare che i social siano gratis se vuoi renderli davvero uno strumento in grado di far crescere concretamente la tua attività.

Vuoi sfruttare Internet per far crescere il tuo business? Fissa un’ora di consulenza con me o chiedimi un preventivo per una strategia di comunicazione fatta su misura per te.

Social-cose da fare prima di andare in ferie

Social-cose da fare prima di andare in ferie

Come liberi professionisti o gestori di piccole attività, spesso se andiamo in ferie con noi va in ferie tutta l’azienda. Che cosa fare con la tua comunicazione mentre ti stai godendo qualche giorno di stop?

Avvisa i tuoi clienti

Non aspettare il giorno stesso in cui la tua attività chiude per dire a chi ti segue che sei chiuso per ferie. Dillo su tutti i tuoi canali social e sul tuo sito Internet in modo che chiunque ti cerchi sappia fino a quando non tornerai operativo. Se lavori con consulenze manda una mail a tutti gli attuali clienti e dì loro con qualche settimana di anticipo che non ci sarai e chiedendo loro di farti sapere se c’è qualcosa che va fatto prima che tu parta. Per esempio io ho mandato una mail ai miei clienti per sapere se c’è qualche evento, qualche news o qualche informazione che dovrà assolutamente uscire mentre io non sarà al lavoro in modo da inserirlo nel mio calendario editoriale e nella mia lista delle cose da fare.

Se hai un e-commerce che vende prodotti fisici e sei tu che gestisci gli ordini, prepari i pacchi e la spedizione, ricordati di chiudere anche il tuo sito. Oppure in alternativa puoi tenere il tuo shop online aperto e mettere ben visibile che gli ordini verranno gestiti a partire dal giorno del tuo ritorno al lavoro.

Se vendi prodotti digitali (e-book, corsi online…) l’acquisto da parte dei clienti potrà continuare senza problemi. Ricordati di programmare quello che andrà pubblicato sui social mentre tu non ci sei, in modo che il traffico continui a portare al tuo sito o alla piattaforma dove effettuare l’acquisto.

Che cosa pubblicare

Non sai che cosa pubblicare mentre sei in vacanza? Rimani fedele alla strategia e a quello che vuoi che venga visto dagli utenti, non devi inventarti niente di nuovo. Quello che puoi fare è ogni tanto pubblicare qualcosa legato alla riapertura, in modo da creare interesse e suscitare la curiosità e la voglia di venire da te quando tornerai operativo.

Ai tuoi clienti non interessano le foto delle vacanze

Le persone che ti seguono sui tuoi canali aziendali non sono tuoi amici, ma clienti o potenziali tali. Capisci bene quindi quanto sia importante che il modo e il tono con cui ti rivolgi loro deve rimanere sempre coerente e professionale. La foto in costume da bagno in riva al mare o il selfie durante l’aperitivo con tramonto, non sono contenuti da profilo aziendale, ma perfetti per il privato. Quando pensi a quello che vuoi pubblicare, fermati un attimo e rifletti su quello che tu vorresti vedere da un’azienda come la tua su Internet.

Check-list prima di partire

La parola d’ordine è programmare: non devi stare ore e ore al computer sotto l’ombrellone. I post sui social si possono programmare in modo che escano sui tuoi canali senza che ci sia tu fisicamente a cliccare su “pubblica”. Ti consiglio PostPickr per fare questo: da qui puoi creare i post e impostare quando andranno messi online e la piattaforma farà tutto da sola.

Ti lascio un lista delle principali cose da fare prima di partire per le ferie per continuare a vendere e a comunicare anche quando non sei al computer:

• avvisare i clienti della chiusura

• creare un piano editoriale

• creare i contenuti che andranno pubblicati

• programmare le uscite sui social

• impostare il filtro della pagina Facebook

• impostare la mail con autoresponder (qui un guida per Gmail)

Qui puoi scaricare la lista completa con le 10 cose da fare prima di partire in formato digitale.

Sei pronto per goderti qualche giornata di relax dopo un anno di duro lavoro? Fammelo sapere in un commento e non dimenticare di iscriverti alla newsletter per ricevere direttamente nella tua casella di posta novità, consigli e trucchi per rendere efficace la tua comunicazione.