La comunicazione non è una scienza esatta

La comunicazione non è una scienza esatta

Nella comunicazione non esistono formule magiche per farla funzionare, non esistono metodi definitivi per accrescere la propria base fan e non esiste un modo per calcolare l’esatto ritorno economico dato dall’investimento in cartelloni pubblicitari, campagne su Facebook e Google AdWords o inserzioni sul giornale. La comunicazione non è una scienza esatta.

La comunicazione è un’opinione

Sul fatto che 2+2=4 nessuno ha nulla da obiettare. Si sa, la matematica non è un’opinione. Ci sono formule, calcoli, studi, teoremi che convalidano certe tesi. In comunicazione non è così. Ci sono dei capisaldi, ma la maggior parte del lavoro svolto dipende dalla persona che lo fa e da chi lo riceve. Una locandina può essere efficace secondo le regole grafiche ma essere esteticamente brutta. Un testo brutto e grammaticalmente scorretto può invece essere efficace e portare ai risultati sperati.

Questo succede perché la comunicazione si rivolge a qualcuno, a un essere umano, che ha percezioni diverse rispetto ad un altro per una serie infinita di motivazioni. Non per forza quello che funziona per me può funzionare anche per qualcun altro. C’è inoltre tutto il discorso legato a chi fa la comunicazione: gli stili, i metodi e le opinioni possono essere diverse. Non per questo sono tutte sbagliate o sono tutte valide.

La comunicazione cambia

La comunicazione evolve nel tempo, non resta sempre uguale. Se pensiamo per un attimo alla storia della pubblicità possiamo vedere come sia estremamente cambiato il concetto di pubblicità efficace. Partiamo da quella che è la comunicazione classica degli anni Cinquanta. Nasce la società dei consumi post Seconda Guerra Mondiale e diamo il via all’acquisto come status.

Da questo

siamo poi passati a questo:

Negli anni ’50 si era convinti che il consumatore fosse portato all’acquisto solo se bombardato continuamente dagli stessi messaggi e che non fosse quindi una scelta irrazionale. Tanti erano gli investimenti, ma poca la creatività: il prodotto veniva messo in primo piano e più si vedeva meglio era. Arriva la rivoluzione creativa con Bill Bernbach e tutto cambia nel 1959. Peccato che oggi siamo ripiombati nella pochezza di creatività per la maggior parte delle campagne che ci vengono quotidianamente propinate.

Conoscere le regole per aggirarle

Sia chiaro che con questo post non sto dicendo che chiunque può fare il comunicatore e che studiare non sia necessario. La comunicazione non è una scienza esatta, ma nemmeno un colpo di fortuna.

È necessario conoscerne le regole, studiare strategie, capire il target e le sue esigenze, fare analisi di mercato per poter scrivere la ricetta migliore per arrivare ai propri obiettivi. Bisogna conoscere le regole per poterle riscrivere, per poterle adattare a quello che ci serve. Sono tanti i fattori che incido sulla riuscita di una campagna, ma non tutti possono essere misurati. Facciamo un esempio: organizziamo un evento e lo sponsorizziamo su Facebook. Abbiamo buoni riscontri perché ci sono molte interazioni e molti biglietti vengono venduti tramite il social blu. Come facciamo a dire se e quante persone hanno acquistato il biglietto dopo aver visto la nostra inserzione ma poi hanno comprato senza passare da lì? E come facciamo a sapere se un amico ha consigliato ad un altro di acquistare? Ci sono tante cose che vanno oltre un pixel impostato sul nostro sito o la lettura dei dati.

La guida definitiva alla comunicazione

Mi spiace deludere, ma non esiste una guida definitiva. Troppe sono le variabili. Non lasciatevi intortare da chi vi dice che comprando il suo corso potrete anche voi fatturare 70 mila euro in due settimane (se poi funziona, fate un fischio!). Studiate, studiate tanto. Leggete manuali, seguite sui social i creativi, analizzate la storia, lasciatevi ispirare da cose che non per forza riguardano il vostro ambito. È necessario provare, sbagliare, riprovare, capire che cosa ha funzionato e che cosa no. Non abbiate paura di osare.

Un social media manager cos’è?

Un social media manager cos’è?

Da quando le aziende hanno capito (non tutte) che la comunicazione sui social fa parte del quadro più ampio del marketing, la figura professionale del social media manager è sempre più importante e richiesta. Non basta però saper postare qualcosa sui social per dire di essere un social media manager. Il social media manager cos’è? E soprattutto, il social media manager cosa fa?

Il social media manager cos’è

Il social media manager è una figura professionale, spesso un libero professionista, che si occupa della gestione della presenza sui social di aziende, associazioni, enti, persone. Quello che lo distingue da chi sa semplicemente utilizzare le piattaforme di social network è la capacità di mettere in piedi una strategia e delle azioni chi portino al raggiungimento di obiettivi. Obiettivi che non sempre sono correlati alle vendite ma possono essere per esempio legati alla visibilità, all’aumento delle interazioni da parte degli utenti, al creare una community che ruoti intorno al brand. Chi si occupa di social media marketing lavora sui numeri, sulle statistiche, sull’engagement, sulle conversioni e sui ritorni di investimento. È vero, lavora con la creatività, cerca modi sempre nuovi di arrivare alle persone, però prima di tutto si affida ai numeri.

Un buon social media manager deve avere una visione d’insieme su quella che è la comunicazione, suoi nuovi trend, sul mercato di riferimento che cambia e risponde in modo diverso in base al messaggio che si fa passare. Può essere quindi catalogato (se di categorie possiamo parlare) tra i consulenti di web marketing. A cosa serve Facebook, per esempio, in ottica aziendale? Facebook, come il resto dei social, è un pezzo del puzzle che compone la comunicazione digitale che a sua volta è una parte della comunicazione aziendale. Il social media marketing deve essere quindi parte integrante di tutta la comunicazione sia online che offline. 

Il social media manager cosa fa

Scappate da chi vi propone soluzioni veloci per iniziare a postare sui social il giorno dopo l’accettazione del preventivo. Un social media manager prima di qualsiasi operazione pratica sui vostri canali deve prendersi del tempo per analizzare la vostra situazione iniziale e quella dei vostri competitor, studiare il mercato e gli utenti per poi elaborare una strategia di comunicazione che possa essere utile al raggiungimento degli obiettivi concordati. Prende ovviamente in considerazione il budget pubblicitario a disposizione – che non fa parte del compenso del professionista – se c’è la necessità di produrre del materiale (video, foto, grafiche) e recupera e analizza i contenuti a disposizione. Solo alla fine di tutta la parte di analisi e strategia elabora un piano editoriale (presto un post in cui ti spiegherò che cos’è un calendario editoriale). Oltre alla parte di contenuti organici si occupa anche di attività di advertising e promozione, cioè di fare pubblicità su Facebook e sugli altri social network.

Spesso, soprattutto quando sta lavorando per aziende medio-piccole, il social media manager è anche un community manager e si occupa quindi della gestione della community che si genera intorno ai canali social: risponde e modera i commenti, i messaggi privati e eventuali crisi.

Quanto costa un social media manager?

Spesso mi viene chiesto quanto costa ad occhio e croce affidarsi a un professionista di social media marketing. Il prezzo è variabile e dipende da diversi fattori. Nella stesura di un preventivo entra in gioco il costo orario, il tipo di progetto, i contenuti da creare, il tipo di cliente, se ci sono eventi da seguire in live. Insomma, i parametri sono svariati. Il prezzo è personalizzato, così come lo è la strategia di comunicazione per l’azienda; non è un lavoro che si fa un tanto al kg. Diciamo che se dovete pensare di affidarvi ad un professionista prendete in considerazione cifre che partono dai € 400/500 al mese in su. Per approfondire quanto costa un social media manager ho scritto un articolo che puoi leggere quiRichiedi il tuo preventivo personalizzato!

In sintesi il social media manager cosa fa? Si occupa di creare relazioni tra il brand e gli utenti pubblicando contenuti che possano essere interessanti e portandoli a compiere un’azione ovvero il completamento dell’obiettivo iniziale.

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